L'autore lo avevo già conosciuto in precedenza con il manga Gene X - Apocalisse Mutante di cui però era solo il disegnatore. Era un'opera con un potenziale enorme che però in soli 3 volumi non si è riuscita a sfruttarlo a pieno: poca caratterizzazione dei personaggi e troppo spazio ai combattimenti.
Stessa cosa potrei dire anche per Green Blood, ma ci arriverò.
Ad incuriosirmi e avvicinarmi a questo manga era soprattutto la premessa iniziale:
"La fine della guerra civile segna l'inizio della rivoluzione industriale negli Stati Uniti, e gli immigrati provenienti da tutto il mondo vi si recano per realizzare il loro sogno americano. Ma quello che attende la maggioranza di essi è la povertà, la discriminazione e la disperazione."
Fino a qui sembrava una storia che promette di mostrare tutta la violenza e la brutalità degli uomini verso il diverso e quindi, di conseguenza, mostrare anche una rivalsa sociale da parte di chi è discriminato e costretto a subire. Poi, già dalla copertina del volume 1, con uno dei due protagonisti che ha in mano una sorta di pistola con baionetta, ho capito che mi attendeva tutt'altro.
Per chi non lo conoscesse, la trama narra le vicende, ambientate nel 1865, di due fratelli, figli di immigrati, che, ormai rimasti soli, cercano di sopravvivere in uno dei quartieri più malfamati di Manhattan, i Five Points.
Il fratello minore, Luke, cerca di vivere e guadagnare onestamente, facendo spesso lavori molto duri, ma si renderà conto che le bande criminali impediscono alla brava gente di progredire.
Non sa però, che il fratello maggiore, Brad, fa parte di una banda criminale ed è uno dei migliori assassini in circolazione; ma Brad è divenuto un assassino solo per guadagnare abbastanza soldi per permettere al fratello di realizzare il suo sogno di possedere un terreno in periferia. L'obiettivo di Brad è anche quello di riuscire a trovare il padre che li ha messi al mondo e poi abbandonati.
Detto cosi sembra una storia molto interessante e soprattutto tratta un genere, il western, che non si vede spesso nelle opere nipponiche. A mio parere però, qui non viene sfruttato bene e anzi sfocia troppo nel ridicolo con super-armi e uomini talmente muscolosi che sembrano pronti per Mister Olympia (è un po' come vedere "Per un pugno di dollari" con Schwarzenegger al posto di Clint Eastwood) e nel western i super palestrati stonano e tanto. Quindi posso dire che il disegno, che molti apprezzano e che sicuramente è ben fatto (io non sarei mai capace), non è poi questa gran cosa e, anzi, poco si adatta al genere e alla storia. Tralasciando il disegno, anche le vicende narrate si evolvono in modo troppo schematico e dopo un buon inizio, poi è tutto un susseguirsi di scontri tra bande criminali, con avversari che diventano sempre più forti con l'andare avanti.
Essendo un manga il cui target è per un pubblico più maturo (seinen), non mi aspettavo solo combattimenti e gare a chi ha la pistola più grande e non basta parlare di violenza in un modo un po' più esplicito e mostrare qualche scena di arti tagliati e così via per essere un seinen.
Ci voleva e mi aspettavo qualcosa in più: molta più introspezione, soprattutto per i 2 protagonisti che vengono caratterizzati poco e viene mostrato altrettanto pochissimo il loro passato e tutte le difficoltà che hanno dovuto superare per diventare quello che sono; una maggiore ricerca nei dialoghi, che sono decisamente molto spesso troppo semplici e troppo buonisti ed una profondità di messaggio migliore, che risulta essere soprattutto nel finale la solita giustizia privata. Insomma, secondo me, l'argomento era più che buono e poteva e doveva essere sfruttato decisamente meglio.
P.S. Le atmosfere alla Tarantino non le ho proprio mai viste!
Per chi non lo conoscesse, la trama narra le vicende, ambientate nel 1865, di due fratelli, figli di immigrati, che, ormai rimasti soli, cercano di sopravvivere in uno dei quartieri più malfamati di Manhattan, i Five Points.
Il fratello minore, Luke, cerca di vivere e guadagnare onestamente, facendo spesso lavori molto duri, ma si renderà conto che le bande criminali impediscono alla brava gente di progredire.
Non sa però, che il fratello maggiore, Brad, fa parte di una banda criminale ed è uno dei migliori assassini in circolazione; ma Brad è divenuto un assassino solo per guadagnare abbastanza soldi per permettere al fratello di realizzare il suo sogno di possedere un terreno in periferia. L'obiettivo di Brad è anche quello di riuscire a trovare il padre che li ha messi al mondo e poi abbandonati.
I fratelli Burns: Brad e Luke! |
Detto cosi sembra una storia molto interessante e soprattutto tratta un genere, il western, che non si vede spesso nelle opere nipponiche. A mio parere però, qui non viene sfruttato bene e anzi sfocia troppo nel ridicolo con super-armi e uomini talmente muscolosi che sembrano pronti per Mister Olympia (è un po' come vedere "Per un pugno di dollari" con Schwarzenegger al posto di Clint Eastwood) e nel western i super palestrati stonano e tanto. Quindi posso dire che il disegno, che molti apprezzano e che sicuramente è ben fatto (io non sarei mai capace), non è poi questa gran cosa e, anzi, poco si adatta al genere e alla storia. Tralasciando il disegno, anche le vicende narrate si evolvono in modo troppo schematico e dopo un buon inizio, poi è tutto un susseguirsi di scontri tra bande criminali, con avversari che diventano sempre più forti con l'andare avanti.
Essendo un manga il cui target è per un pubblico più maturo (seinen), non mi aspettavo solo combattimenti e gare a chi ha la pistola più grande e non basta parlare di violenza in un modo un po' più esplicito e mostrare qualche scena di arti tagliati e così via per essere un seinen.
Ci voleva e mi aspettavo qualcosa in più: molta più introspezione, soprattutto per i 2 protagonisti che vengono caratterizzati poco e viene mostrato altrettanto pochissimo il loro passato e tutte le difficoltà che hanno dovuto superare per diventare quello che sono; una maggiore ricerca nei dialoghi, che sono decisamente molto spesso troppo semplici e troppo buonisti ed una profondità di messaggio migliore, che risulta essere soprattutto nel finale la solita giustizia privata. Insomma, secondo me, l'argomento era più che buono e poteva e doveva essere sfruttato decisamente meglio.
P.S. Le atmosfere alla Tarantino non le ho proprio mai viste!
L'avevo visto in fumetteria e ci avevo fatto un pensierino ma il primo volume è capitato in un mese in cui avevo già una spesa assurda, per cui ho deciso di rimandare l'acquisto a serie completa. Leggendo la tua recensione direi che mi è andata bene, alla fine (e che lo lascerò in fumetteria) :D
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