Post su Marzo di "un mese di" e si parla di cinema!
Questo mese, non tanto per mancanza di film interessanti (avrei voluto vedere Snowpiecer e 47 Ronin) , ma per vari motivi personali, sono riuscito ad andare al cinema a vedere un solo film.
Il film in questione è:
"Her - Lei"
Ed è, lo dico subito, uno dei più bei film che ho visto recentemente. Ambientato in un futuro prossimo, in cui la tecnologia, sempre più sviluppata, permette all'uomo di essere costantemente connesso al proprio computer e sempre più disconnesso con il resto dell'umanità.
Le scene in cui il protagonista, Theodore (Joaquin Phoenix), cammina per strada o è in metro, fanno risaltare proprio questo concetto della poca "umanità" delle persone, tutte con gli occhi sul proprio dispositivo per connettersi alla rete, senza notare chi gli sta attorno. Ed è proprio con queste scene che, secondo me, il regista Spike Jonze è riuscito a far diventare credibile e soprattutto attuabile la sua fantascienza, che prende spunto dall'attualità e anche se si spinge più in la, riesce ad essere più un anticipazione che un immaginazione del futuro.
Tornando alla trama del film, Her è la storia di Theodore, uno scrittore di lettere per conto di altri (anche qui le lettere non vengono scritte direttamente ma dettate al computer), che è stato appena lasciato dalla moglie e si rifiuta di firmare il divorzio. Theodore è una persona timida ed introversa e ha difficoltà a rifarsi una vita. Attratto da una pubblicità, viene a conoscenza del nuovo sistema operativo dotato di intelligenza artificiale e in grado di adattarsi alle esigenze dell'utente e decide di comprarlo. Il sistema "OS 1" risponde ai comandi vocali dell'utente e permette di scegliere una voce di interfaccia, in questo caso Theodore sceglie una voce femminile (Scarlett Johansson, in originale e Micaela Ramazzotti, nel doppiaggio italiano). Il protagonista resta affascinato da come il sistema si dia autonomamente un nome, Samantha, e dall'incredibile velocità di adattarsi subito alle sue preferenze e necessità e soprattutto dalla capacità di dialogare come una persona reale. Theodore sarà sempre connesso a Samantha tramite auricolare e dispositivo video tascabile e riuscirà ad aprirsi e a parlare con lei di tutto. Si instaurerà un rapporto fortissimo, che permetterà loro di provare emozioni reciproche sempre più complesse, fino ad innamorasi.
Ed il loro innamoramento è il perno su cui gira tutta la pellicola e che fa sorgere, nello spettatore, vere e proprie domande esistenziali: "Può nascere davvero l'amore tra uomo e computer? E se sì, può davvero provare amore un computer o è solo una finta emozione programmata in precedenza?"
Queste saranno le domande che sorgeranno anche nella mente di Theodore, che scoprirà che sempre più persone hanno una relazione col proprio OS 1 e che verrà accusato dalla ex moglie di non riuscire a provare più emozioni reali. Il regista sa sapientemente tenere in ballo queste domande fino alla fine e fa solo intuire il suo punto di vista, che non è tanto quello del se può davvero nascere o se può davvero esistere, ma del fatto che esistente o meno è comunque amore e vale la pena di essere vissuto.
Tema che ruota spesso, dunque, è l'amore e, la scelta cromatica del colore rosso sempre presente in quasi tutte le scene, è una delle cose che ho apprezzato davvero molto e che, secondo me, permette maggiormente al film di trasmettere le emozioni che provano i personaggi. L'autore riesce a trasmettere un'infinità di emozioni, non solo attraverso il colore, ma anche grazie a inquadrature fisse su Joaquin Phoenix, che è bravissimo e riesce con la sua espressività a farti provare gioia, tristezza, passione proprio come le sta provando in quel momento il suo personaggio.
E' un film che, come detto, emoziona e resta ben impresso nella mente e lascia ad un minimo di riflessione chi ha capito che non è un film sull'umanità futura ma più che mai su quella del presente.
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